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LO SPORT E GLI ATLETI. I GENITORI: PROBLEMA O RISORSA?

Category »  SOCIETA
Redatta da Andrea Paini il Monday, July 5, 2010
“Muoversi è libertà”. Muoversi per sentirsi liberi. Correre, giocare, allenarsi, disputare una partita, significa affermare la libertà e il diritto fondamentale al movimento, o utilizzare il gesto sportivo per rivendicarli.
Lo sport è una delle ruote più importanti per la crescita dei giovani, svolge un ruolo importantissimo nella formazione, nello sviluppo e nell’educazione. Promuove il benessere fisico e mentale, migliora la qualità della vita, promuove i valori e le virtù dell’autodisciplina, della stima di sé e del duro sforzo che lo sport alimenta, aiutando in tal modo i giovani ad identificare le loro capacità e i loro limiti, a superare le difficoltà alle quali sono confrontati nella vita di tutti i giorni e, pertanto, a raggiungere i loro obiettivi e acquisire la loro autonomia, attraverso i valori della solidarietà, del rispetto degli altri, della partecipazione e del “fair play”.
 Lo sport contribuisce alla socializzazione dei giovani, li sprona a partecipare alla vita pubblica  promuove i valori democratici, la tolleranza, l’accettazione e il rispetto della diversità. Una delle principali motivazioni dei giovani allo sport, infatti, è legata al desiderio di vivere e di raggiungere obiettivi sentendosi parte di un gruppo.
Lo sport è una straordinaria fabbrica di continue emozioni, un grande successo o una cocente sconfitta viene vissuto come un pezzo di storia individuale e collettiva, con tutte le emozioni che ne seguono.
Detto ciò, emerge da un’indagine Doxa, che veniamo promossi in sedentarietà e bocciati in movimento. Troppa tv, poco sport, è questo il profilo dello stile di vita dei giovani italiani.
Si apprende però,  che una valutazione positiva dello sport da parte dei genitori è spesso trasferita ai figli e rinforza il loro interesse per lo stesso. Diventano risorse esplosive e inesauribili quei genitori in grado di trasmettere ai ragazzi esempi forti, valori forti, tenacità forte. Seguendo da sostenitori, senza essere tifosi “invasati”, ed accettando risultati positivi e negativi dei propri figli, stimolano al miglioramento e all’impegno, ed educano all’attenzione e al rispetto altrui.
Non dimentichiamo però che spesso in una squadra gran parte dei problemi vengono creati dai genitori.
Atteggiamenti inopportuni precludono o danneggiano l’attività sportiva e il divertimento del figlio.  Spesso si induce il ragazzo a stili di vita secondo criteri dettati dalle aspettative dei genitori, in quanto essi vivono suo tramite un prolungamento della propria personalità, in termini di ideali ed aspirazioni realizzati attraverso la riuscita dei ragazzi; con il risultato di elevare i livelli di ansia in correlazione ad un basso livello di autostima.
Spesso il forte desiderio del genitore di vedere “vincere” il figlio porta a dimenticare che al primo posto deve essere posto il benessere fisico e psicologico del giovane.
E’ sempre più difficile vedere campioni, in quanto i ragazzi si stancano presto di attività troppo cariche di aspettative, arrivando a non tollerare più di partecipare e se continuano partecipano con sempre meno entusiasmo.
E’ l’entusiasmo che differenzia un campione da uno sportivo qualsiasi.
E’ la carica che ci mette nel fare le cose che lo rende un “più”.
La carica non si allena con i giri di campo o con la corsa, né tanto meno con le urla o le pressioni.

GENITORI: PROBLEMA O RISORSA? Ci auguriamo risorsa.

Un gruppo di Genitori che puntano
ad essere risorse.

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